Maria Montessori è conosciuta in tutto il mondo come pioniera di un metodo educativo che ha trasformato l’insegnamento. La sua eredità non è solo pedagogica, ma anche profondamente legata al principio dell’Habit 3: Dare priorità alle vere priorità.

L’Habit 3 ci invita a distinguere ciò che è urgente da ciò che è davvero importante, a dare priorità a valori e obiettivi di lungo termine. Montessori ha incarnato questo principio nel campo dell’educazione, capendo che ciò che “viene prima” nella crescita del bambino non è l’accumulo di nozioni, ma lo sviluppo dell’autonomia, della responsabilità e della disciplina interiore.

Nel suo metodo, l’ambiente preparato e la libertà di scelta non erano fini a sé stessi, ma strumenti per aiutare ogni bambino a scoprire le proprie potenzialità. Per lei la priorità era chiara: formare esseri umani capaci di pensare con la propria testa, non semplicemente studenti obbedienti. È in questo mettere l’essenziale davanti al superfluo che la Montessori anticipa l’Habit 3.

Montessori parlava spesso di “disciplina attiva”, una forma di ordine interiore che nasce dalla libertà ben orientata. Per questo dava grande importanza al materiale didattico, alla cura dell’ambiente e alla sequenza delle attività: ogni elemento era pensato per favorire la concentrazione e il senso di responsabilità. In altre parole, il suo metodo non è una somma di esercizi, ma un sistema che mette al primo posto lo sviluppo globale del bambino come persona.

Nella società odierna, che corre dietro alle urgenze e alle performance immediate, l’approccio montessoriano ci ricorda che l’educazione deve prima di tutto coltivare l’indipendenza, la concentrazione e la fiducia. Sono queste le fondamenta su cui costruire tutte le altre competenze. Non è un caso che il metodo Montessori sia ancora adottato in migliaia di scuole nel mondo, apprezzato da genitori e insegnanti che vogliono dare ai bambini strumenti concreti per affrontare il futuro.

Curiosità: nel 1907, quando aprì la prima Casa dei Bambini a San Lorenzo (Roma), Montessori dovette lavorare con bambini provenienti da famiglie molto povere. Molti erano considerati “difficili”. Eppure, grazie all’ambiente ordinato e al materiale didattico innovativo, mostrarono capacità di concentrazione sorprendenti. Questo episodio rafforzò in lei la convinzione che la priorità non fosse “insegnare nozioni”, ma permettere al bambino di scoprire sé stesso.

Conclusioni

Maria Montessori ci insegna che “mettere prima le cose importanti” significa investire sulle basi, non sulle apparenze.
Un messaggio che, ancora oggi, è rivoluzionario.

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