Quando pensiamo a Leonardo da Vinci, immaginiamo subito l’artista della Gioconda o il visionario che progettava macchine volanti. Ma c’è un tratto meno evidente che rende la sua figura straordinariamente attuale: la sua capacità di essere proattivo.

In un’epoca in cui gli artisti e gli scienziati dipendevano fortemente dalle committenze dei potenti, Leonardo non rimase mai in attesa. Non si limitò a rispondere alle esigenze del tempo, ma venne spinto da un desiderio inarrestabile di conoscere, sperimentare, andare oltre.
I suoi taccuini, pieni di schizzi e appunti, sono la prova vivente di una mente che non reagiva semplicemente agli stimoli esterni, ma sceglieva consapevolmente di esplorare il mondo.

Curiosità: Leonardo scriveva da destra verso sinistra, in una sorta di “scrittura speculare”. Non era un vezzo, ma un modo per proteggere le proprie idee dagli sguardi indiscreti e custodire il frutto delle sue ricerche. Un gesto che racconta bene la sua attitudine proattiva: difendere e valorizzare ciò che aveva creato, invece di lasciare che altri ne facessero uso senza capirlo davvero.

Ma c’è di più. Leonardo non si considerava solo pittore: nel celebre curriculum che inviò a Ludovico il Moro, elencò con orgoglio le sue competenze come ingegnere, architetto, inventore di macchine belliche e idrauliche, mettendo la pittura quasi in secondo piano. Questo approccio è l’essenza della proattività: non attendere che qualcuno riconosca il tuo talento, ma dichiararlo, proporlo, metterlo al servizio di nuove opportunità.

L’Habit 1 – Sii proattivo di Stephen R. Covey ci invita a riconoscere che siamo noi a scegliere le nostre azioni, indipendentemente dalle circostanze. Leonardo incarnava questa mentalità secoli prima che fosse teorizzata: non si lasciava definire dal contesto, ma agiva per modellarlo. Non era la Firenze del Quattrocento a decidere chi fosse Leonardo, ma Leonardo stesso a ridefinire i confini della sua epoca. E nonostante gli insuccessi – perché ci furono, e non pochi – non smise mai di guardare avanti. I progetti irrealizzati, come i suoi macchinari volanti, non furono mai vissuti come fallimenti, ma come tappe di un cammino di scoperta. Anche qui, Leonardo anticipa un principio chiave della proattività: scegliere la risposta agli eventi, trasformando limiti e ostacoli in nuove possibilità.

In questo senso, la sua vita diventa un esempio attualissimo. In un mondo che spesso ci spinge a reagire – alle urgenze, alle notifiche, agli imprevisti – Leonardo ci ricorda che il vero potere è nell’iniziativa. Non nel “subire” ma nel creare. La proattività non è un talento riservato ai geni, ma una scelta quotidiana: quella di orientare i nostri pensieri, le nostre decisioni e i nostri comportamenti verso ciò che vogliamo costruire.

Conclusioni

Ecco perché, se pensiamo al primo dei 7 Habit, Leonardo da Vinci non è solo un modello di genialità: è un maestro di proattività.
La sua vita ci insegna che non basta avere talento o opportunità: ciò che fa davvero la differenza è il coraggio di iniziare, di agire, di anticipare.

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