Pochi leader hanno incarnato lo spirito del pensare win-win come Nelson Mandela. L’Habit 4 ci invita a superare la logica del “io vinco, tu perdi” per cercare soluzioni che valorizzino entrambe le parti. Mandela ne ha fatto la bussola della sua leadership.
Dopo 27 anni di prigionia, avrebbe potuto guidare il Sudafrica verso la vendetta; scelse, invece, la via più difficile: la riconciliazione. Per lui la vittoria non era solo liberare i neri dall’apartheid, ma creare una nazione in cui bianchi e neri potessero convivere con dignità. Era convinto che un Paese non potesse davvero rinascere se una parte della popolazione veniva esclusa.

Un simbolo potente di questo approccio è raccontato nel film Invictus: Mandela sostenne la nazionale di rugby, sport associato alla minoranza bianca, trasformandola in un emblema di unità. Quel gesto non era semplice sport: era una strategia win-win che permetteva a due comunità di vedersi parte dello stesso futuro. La sua visione non si fermava al perdono, ma puntava a costruire un nuovo patto sociale.

Mandela, però, non fu solo simboli: il suo pragmatismo gli permise di guidare trattative delicate con i suoi ex carcerieri, accettando compromessi senza mai rinunciare ai principi fondamentali. Capiva che la vera forza di un leader non stava nell’imporre, ma nel far emergere soluzioni in cui ciascuno riconoscesse un vantaggio, nel trasformare l’avversario in interlocutore, la divisione in collaborazione.

Curiosità: durante la Coppa del Mondo di rugby del 1995, Mandela indossò la maglia verde degli Springboks, simbolo dell’élite bianca sudafricana. Quell’immagine fece il giro del mondo: un leader nero che abbracciava i simboli dell’altro, per farli diventare di tutti. Un gesto semplice, ma potentissimo, che rimane una delle più forti dimostrazioni di pensiero win-win nella storia recente.

Dal conflitto alla collaborazione

Spesso nella vita e nel lavoro pensiamo in termini di competizione: se uno guadagna, l’altro perde. L’Habit 4, invece, ci invita a cercare alternative basate sulla collaborazione. “Win-win” significa costruire accordi e relazioni in cui tutti ottengano benefici, preservando la dignità reciproca. Non si tratta di essere ingenui o di accontentare tutti a ogni costo, ma di avere il coraggio di pensare in modo abbondante, ovvero di credere che esista uno spazio affinché tutti possano crescere.

Conclusioni

Nel mondo odierno, segnato da conflitti e polarizzazioni, l’esempio di Mandela resta un invito a cercare soluzioni che non annientino l’altro, ma lo includano. Pensare win-win significa avere il coraggio di immaginare un futuro comune, anche quando sembra impossibile. È questa la vera essenza dell’Habit 4: pensare in termini di “noi vinciamo”. Il suo lascito non è soltanto politico, ma umano e universale: ci ricorda che la grandezza non si misura nel potere che esercitiamo sugli altri, ma nella capacità di costruire ponti.

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